Comunicazione nella coppia, cosa non funziona

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1. L’illusione di non comunicare.

La comunicazione non ha un suo opposto, o per meglio dire è impossibile non comunicare. A volte si è troppo oppressi dalla circostanza per trovare la forza di esprimere verbalmente il proprio punto di vista al partner. In questo caso si fugge il dialogo. L’errore è illudersi, in questo modo, di escludere l’altro dal nostro problema, come se il continuo scambio di informazioni peculiare della vita di coppia potesse essere momentaneamente in pausa per poi essere ripreso da dove si era fermato. Non è così. Il nostro ritrarsi comunica all’altro un malessere, poi lui lo elabora in autonomia e se non viene affrontato rischia di venire frainteso. Possiamo posticipare una discussione, se in quel momento non ci sentiamo in grado di sostenerla, ma è molto importante parlarne subito dopo per ripristinare la chiarezza.

2. Incongruenza tra i canali comunicativi.

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A volte la tentazione di dissimulare un’emozione è inevitabile. Tornando un istante all’esempio della minestra, quale messaggio diamo alla nostra compagna dicendo che ciò che ci ha cucinato ci piace tantissimo, ma facendo, mentre lo diciamo, una smorfia disgustata? L’abbiamo detto, questo caso è banale. Però la stessa cosa succede spesso in altri contesti della comunicazione di coppia. Quando cerchiamo di dissimulare il nostro disappunto veniamo quasi sempre traditi dagli aspetti non verbali della comunicazione, il risultato è un messaggio ambiguo che non viene compreso dall’altro. Noi crediamo di essercela cavata con le parole, lui si sta chiedendo il perché di quel tono. Abbiamo detto che dissimulare può essere inevitabile, però dopo è utile ritornare sul discorso, chiarire il proprio punto di vista e mettere un punto al rimuginare del vostro partner.

3. Ironia e sarcasmo.

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Un modo specifico per dissimulare è utilizzare l’ironia e il sarcasmo per esprimere il disappunto, cioè criticare l’altro scherzando. Questa è una modalità di comunicazione molto aggressiva perché non permette al vostro partner di rispondere a tono ma consente solo due scenari. Il primo è la risposta a sua volta ironica o sarcastica, giocata sullo scherzo e non sul contenuto della critica. Entrambi fuggite l’argomento e come abbiamo visto, evitare il confronto porta al rimuginio. L’altro scenario è il tentativo di riportare il discorso sui binari dell’argomentazione. Aver usato l’ironia in questo caso vi protegge perché qualsiasi cosa lui dica potete ribattere che stavate scherzando, scatenando in lui un malsano senso di impotenza.

4. Generalizzare.

Lo stato emotivo influisce il recupero dei ricordi: quando siamo allegri pensiamo più facilmente a bei momenti, quando siamo tristi ci vengono alla mente solo cose negative. Se siamo arrabbiati con il nostro partner sarà facilissimo sciorinare una lista di occasioni in cui lui ci ha deluso per il motivo oggetto di discordia in quel dato momento. Gli diremo probabilmente che lui è così. La verità è che lui non è solo così, si è comportato così in alcune situazioni, ma nell’istante in cui discutete è irrilevante. Non serve a niente accusare qualcuno di essere una persona di un certo tipo, l’oggetto della discussione dev’essere il suo comportamento nella singola circostanza.

5. Squalificazione della comunicazione.

Uno dei problemi più frequenti della comunicazione di coppia è il tentativo di squalificare la comunicazione, invalidando la propria comunicazione o quella dell’altro. Contraddirsi, cambiare argomento o sfiorarlo, dire frasi incoerenti o incomplete, ricorrere a uno stile oscuro o utilizzare manierismi, fraintendere, dare una propria interpretazione letterale alle metafore o un’interpretazione metaforica di un significato letterale. Non dire nulla dicendo qualcosa ci fa apparire disponibili al dialogo, ma così facendo lo stiamo solo rifiutando.

 

Che cos’è la Psicoterapia ?

DEFINIZIONE DI PSICOTERAPIA TRATTA DA G. JERVIS

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Definizione proposta da Giovanni Jervis (1975).

La psicoterapia è qualsiasi forma di aiuto e di cura attraverso il rapporto interpersonale. In senso generale, è psicoterapia quanto di utile può derivare al soggetto, per la soluzione dei propri problemi e la scomparsa dei propri disturbi, dall’incontro con un’altra persona o con persone, e dallo scambio diretto di parole e di messaggi non verbali. In modo più preciso e limitato, si può parlare di psicoterapia quando un aiuto del genere venga dato in modo intenzionale da parte di una o più persone che abbiano la capacità di farlo.”

La psicoterapia è una forma di aiuto che utilizza metodi psicologici: la parola, la relazione, l’ascolto professionale, le diverse tecniche psicoterapeutiche. Consiste nella decisione di prendersi cura di se stessi attraverso l’aiuto di un esperto in problematiche psicologiche che assiste e sostiene tale decisione.
In questo senso, l’incontro con la psicoterapeuta rappresenta la possibilità per l’individuo di attingere a risorse personali che il proprio contesto sociale, per motivi diversi, non riesce a mobilitare. La psicoterapeuta diventa allora un mediatore esterno che sostiene il “progetto di vita e di cura” della persona che a lei si rivolge.

OBIETTIVO DELLA PSICOTERAPIA

Seguendo il modello psicodinamico – relazionale possiamo dire che l’obiettivo di una psicoterapia è il miglioramento della qualità delle proprie relazioni.

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Nella pratica clinica attuale è più facile che una persona richiesta una psicoterapia lamentandosi per la qualità delle sue relazioni piuttosto che per una precisa sintomatologia. Il modello da me utilizzato trae origine dalla psicoanalisi classica ma integra al suo interno concetti ed aspetti appartenenti a diverse teorie e modelli psicologici, e pone l’accento sugli aspetti interpersonali e relazionali dell’individuo piuttosto che esclusivamente sulle pulsioni.

ELEMENTI COMUNI DI UNA PSICOTERAPIA

Al di là delle tecniche specifiche utilizzate da terapisti di diversa formazione, possiamo isolare alcuni elementi comuni presenti in ogni forma di terapia, essi sono:

  1. La richiesta di intervento;

  2. La sintomatologia;

  3. Il rapporto interpersonale.

Il primo aspetto riguarda la possibilità che una persona riconosca un problema o una difficoltà e decida di chiedere aiuto.

Il secondo aspetto, la sintomatologia, può essere costituita da elementi molto ben delineati oppure da situazioni generalizzate. Possiamo osservare che su di essa si punta l’attenzione del paziente in quanto costituisce una sorta di limitazione alla sua vita.

Il terzo aspetto è costituito dal fatto che una psicoterapia si svolge sempre sulla base di una relazione umana. Il processo di ristruttutazione terapeutica in una persona che avverte un forte disagio, avviene utilizzando proprio il rapporto che si stabilisce con il terapeuta.

PERCHÈ INTRAPRENDERE UN PSICOTERAPIA?

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L’obiettivo primario di un percorso di terapia è quello di raggiungere un cambiamento.
Tale cambiamento si concretizza nel raggiungimento di uno stato maggiore di benessere personale, non inteso necessariamente come risoluzione totale e definitiva dei problemi presentati all’inizio, ma come acquisizione e attivazione di risorse, di strumenti necessari per affrontare problematiche passate, presenti o future.

Non si tratta di una trasformazione superficiale, limitata al semplice apprendimento di nuove informazioni o di nuove “tecniche”, ma di una trasformazione sostanziale, a livello sia del pensiero che dell’azione.

L’obiettivo di ogni percorso terapeutico è quello di rendere il paziente in grado di attuare una profonda riflessione su di sè, attraverso la rinnovata capacità di mettersi in discussione al fine di raggiungere una più completa e complessa consapevolezza di sè.

E’ proprio attraverso la relazione terapeutica che si arriva ad essere in grado di interrogarsi e mettersi in gioco in modo nuovo.

Attraverso l’esperienza di fiducia che si viene a creare con il proprio terapeuta, il paziente arriva a costruirsi un’esperienza di relazione e con essa una diversa modalità di rapportarsi agli altri, favorendo il senso di autonomia e l’attivazione di nuove risorse anche in altri contesti ed in diverse situazioni.

Infine, un altro importante cambiamento che si può ottenere dal percorso terapeutico è quello di cambiare atteggiamento nei confronti del concetto di verità: non si è più alla ricerca di certezze assolute, che durino nel tempo, ma si impara ad interrogarsi, a dubitare e a vivere nel dubbio, mettendosi in discussione, accettando i diversi punti di vista, considerando tutto ciò come una risorsa, un’occasione di crescita personale e non più un limite.

Si fa propria una visione positiva della vita e l’idea che esistano diversi modi di vedere il mondo “reale”, secondo una logica in cui è ammessa l’esistenza di diversi mondi possibili.