Amare i propri figli

I bambini amati diventano adulti che sanno amare

S. Bachrach:

Siamo esseri emotivi che impariamo a pensare, non macchine pensanti che imparano a sentire”.

Le nostre prime esperienze con il mondo segnano il nostro sviluppo emotivo.

Durante l’infanzia, si intreccia una rete che connetterà la nostra mente e il nostro corpo, fattore che determinerà in gran parte lo sviluppo della capacità di provare sentimenti ed amare.

In questo senso, la nostra crescita emotiva dipenderà dai nostri scambi emotivi, che ci insegneranno cosa vedere e cosa non vedere nel mondo emotivo e sociale in cui ci troviamo.

Il campo della nostra infanzia, quindi, ci permette di seminare i semi dell’amore in modo naturale, cosa che permetterà che la capacità di amare ed essere amati cresca in modo sano e ci aiuti a svilupparci.

Se nutriamo i bambini con amore, le paure moriranno di fame

Le dimostrazioni di affetto e tenerezza aumentano l’autostima dei bambini e li aiuta a costruire una personalità emotivamente adattata ed intelligente, ovvero il nostro amore li aiuta a maneggiare le paure che sorgono a seconda dell’età, fomentando un sano grado di sensibilità.

I bambini possiedono una naturale fiducia in se stessi. La persistenza, l’ottimismo, l’automotivazione e l’entusiasmo sono qualità innate, sono gli adulti a minare questa intelligenza emotiva con cui nasciamo tutti.

Renderci conto di questo ci aiuta ad essere coscienti del ruolo così rilevante che ha amare i nostri figli ed educarli al rispetto, all’empatia, all’espressione e comprensione dei sentimenti, al controllo della rabbia, alla capacità di adattamento, alla gentilezza e all’indipendenza.

Cosa possiamo fare per crescere bambini felici e sani?

Tramite l’amore e l’educazione emotiva, fomentiamo certe connessioni neuronali sane, ed otteniamo un’ottimale salute emotiva.

Il fatto che un bambino sia timido per natura, di solito porta gli adulti a concentrarsi su ciò che lo circonda e a proteggerlo eccessivamente, rendendolo ansioso e turbato con il passare del tempo.

Un bambino timido deve imparare a dare un nome alle sue emozioni e ad affrontare ciò che lo turba, non deve sentire che gli tarpiamo le ali perché è vulnerabile.

Un adulto deve mostrarsi empatico senza rafforzare i pianti e le preoccupazioni del bambino, in questo modo gli fornisce nuove sfide socio-emotive che gli permettano di crescere.

Bisogna proteggere la sua salute emotiva tramite lo sviluppo delle sue naturali caratteristiche.

I pilastri di una sana educazione emotiva

1. Aiutare i bambini a parlare delle loro emozioni è un modo per capire se stessi e gli altri, ma le parole rappresentano solo una piccolissima parte, non possiamo limitarci solo alla verbalizzazione, ma dobbiamo anche insegnare loro a capire il significato della postura, delle espressioni facciali, del tono di voce e di qualsiasi tipo di linguaggio corporeo.

2. Da anni si promuove lo sviluppo dell’autostima di un bambino tramite l’elogio e costanti rinforzi, tuttavia, questo può essere dannoso se fatto male. Gli elogi aiuteranno i bambini a sentirsi solo bene con se stessi in relazione a specifici successi e al dominio di nuove attitudini.

3. Lo stress è considerato uno dei grandi nemici dell’infanzia, è un inconveniente con il quale bisogna vivere, proteggerli in eccesso è uno degli errori che possiamo commettere. I bambini devono imparare ad affrontare le naturali difficoltà in modo da sviluppare nuove connessioni neuronali che permettano loro di adattarsi nell’ambiente in cui vivono.

Non possiamo cercare di crescere i figli in un mondo Disney d’innocenza ed ingenuità. Lo stress e l’inquietudine fanno parte del mondo reale e dell’esperienza umana, tanto come l’amore e le attenzioni.

Se cerchiamo di eliminare questi ostacoli, si impedisce di avere l’opportunità di imparare e sviluppare capacità davvero importanti che aiutano ad affrontare ostacoli e delusioni inevitabili nella vita.

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In maniera inconsapevole si può diventare genitori manipolatori.

Genitori manipolatori: confusione tra i bisogni dei figli e i bisogni infantili dei genitori

I genitori dovrebbero essere la fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza e amore incondizionato che agiscono per il bene dei figli e favorendone la loro crescita, i genitori devono soddisfare i bisogni dei figli, spingendoli però verso l’acquisizione dell’autonomia.

La coppia genitoriale è composta da due individui distinti, che vivono, agiscono e pensano a seconda del grado di consapevolezza e di maturazione affettiva emotiva che hanno raggiunto.

I genitori sani ed equilibrati che allevano i loro figli amandoli in modo nutriente e responsabile, sono consapevoli dei loro punti di forza e dei loro limiti, sono desiderosi di migliorarsi e di ascoltare i propri figli per garantire loro una vita equilibrata ed emotivamente soddisfacente.

I genitori affetti da problemi psicologici, da nodi esistenziali irrisolti, da dipendenze e da patologie psichiatriche, manifestano ogni giorno nella relazione con i figli il loro disagio sotto forma della manipolazione affettiva.

Essere genitori non implica avere la capacita’ di amare consapevolmente i propri figli; un genitore è colui che genera i figli fisicamente o li adotta ma sono solo le singole persone che attribuiscono un significato autentico a questo ruolo.

Coloro che pur essendo genitori, vivono nella relazione con i figli le loro ferite infantili, si caratterizzano per un alto grado di immaturità che crea un clima emotivamente tossico nella famiglia.

La profonda confusione tra i bisogni dei figli e i bisogni infantili dei genitori che si comportano ancora come bambini con la loro prole, è alla base del processo di manipolazione affettiva che si innesta sul bisogno di accudimento che ogni bambino ha.

Un bambino ha bisogno della presenza e dell’assistenza di almeno un adulto per fare fronte ai propri bisogni, il genitore in quanto adulto deve adeguarsi alle esigenze dei figli e non viceversa.

I bambini hanno bisogno di sentirsi amati, l’amore deve essere manifestato in modo chiaro, non ambiguo, con parole e gesti coerenti tra loro, hanno bisogno di una guida e di protezione, di genitori che mantengono le promesse e danno la possibilità ai figli di esprimere i loro sentimenti negativi e positivi.

Il sentimento più importante che un bambino possa e deve provare è la fiducia in se stesso che affonda le sue basi nell’amore, nell’approvazione dei genitori, nella percezione del proprio corpo e nell’accettazione di sé.

I figli che non si sentono amati, non attribuiscono la mancanza di amore ai genitori ma a se stessi, si sentono in colpa di avere fatto qualcosa che ha portato il genitore ad allontanarsi da loro e si sentiranno inadeguati e non amati.

Pur di ricevere amore un bambino arriva a negare le proprie emozioni, ad adeguarsi a tutti i tipi di richieste dei genitori, riducendosi a mendicare l’amore. Spesso i bambini non amati cercano in ogni modo di rendere felici i genitori, adeguandosi alle loro richieste e modificando il proprio sentire nella speranza di essere riconosciuti, diventando così bambini “adattati”, legati ai genitori solo compiacendoli ed illudendosi attraverso la dipendenza di essere amati.

Questi bambini, molto probabilmente diventeranno adulti che mendicheranno amore e cercheranno l’appagamento emotivo all’esterno, si aspetteranno che i loro bisogni vengano soddisfatti da un’altra persona, nell’attesa di essere continuamente nutriti.

K. Bonatti distingue due tipi di cause all’origine delle ferite emotive di un bambino:

Cause omissive

Si intendono mancanze, assenze, carenza di attenzioni riscontrabili sin dalla nascita, mancanza di cure igieniche che comportano sofferenze e ferite nei bambini. Tra cui: assenza di contatto, calore, carezze, nessun ascolto, poca attenzione, scarso sostegno e nessun riconoscimento del loro valore. Tutto questo crea dei veri “buchi emotivi” che vanno a minare l’autostima del figlio.

Cause commissive

Sono comportamenti di natura violenta sia fisica che psichica. Le violenze psicologiche sono hanno un effetto devastante tanto quanto quelle fisiche. Si denigrano i figli con il sarcasmo, l’ironia, sminuendo i loro obiettivi e sforzi, si puniscono senza coerenza, si fanno paragoni, si riversa su loro la propria insoddisfazione e rabbia.

Tra le cause commissive sono annoverate altri tipi di violenza tra cui le violenze energetiche, quando i bambini non subiscono ne violenza fisica ne psicologica diretta ma vivono in una condizione di terrore costante, minacciati da eventi imprevedibili come quando hanno genitori alcolisti. Sia le cause omissive che quelle commissive sono all’origine della manipolazione affettive e mentali.

Le manipolazioni affettive e mentali sono un tipo di interazioni che hanno lo scopo di influenzare gli altri senza che questi se ne rendano conto. Sono attuate tramite le parole, i comportamenti e gli atteggiamenti, i pensieri e le discussioni” (K. Bonatti).

Nello specifico della relazione genitori-figli la manipolazione è molto facile da mettere in atto perché i bambini sono dipendenti fisicamente ed emotivamente dai genitori ed assorbono tutte le informazioni che provengono da loro senza metterle in discussione ma le considerano una inconfutabile verità anche se contraddetta dai fatti.

Si possono annoverare diverse tipologie di manipolazione:

Manipolazione omissiva: si attualizza attraverso comportamenti omissivi perpetrati dal padre o dalla madre o da entrambi con azioni come il “non dire”o il “non fare” attraverso le quali i genitori conseguono i loro obiettivi svalutativi nei confronti dei figli.

Es.: non coccolare, non ascoltare i figli, interromperli quando parlano, non prendersi cura di se stessi, facendo arrivare ai figli il messaggio che essi non sono così importanti.

Manipolazione commissiva

I genitori mettono in atto tale manipolazione per ottenere un loro tornaconto personale:

Genitori che spingono i figli a sposarsi per avere nipoti, usandoli per dare un senso alla loro vita senza tener conto dei desideri dei figli.

Genitori che inviano messaggi ambigui e ambivalenti ai figli chiedendo due cose opposte, distruggendo così l’autostima dei figli che si sentono incapaci di raggiungere due obiettivi in antitesi.

Genitori che creano rivalità tra i figli, che impediscono il raggiungimento dell’autonomia economica ed affettiva, che criticano le loro scelte del partner.

Manipolazione raffinata

Questo tipo di manipolazione è preceduta da un atteggiamento di generosità e di attenzione per i figli per cui è difficile da riconoscere:

Genitori che garantiscono il benessere ai loro figli pretendono poi che questi li ripaghino soddisfacendo i loro bisogni;

Genitori che confidano ad uno dei figli di essere il preferito il quale poi si sente di non avere il diritto di chiedere altro.

Vittimizzarsi per raggiungere i loro scopi:

Il genitore trascura la propria salute per lamentarsi ed attirare l’attenzione del figlio, chiede aiuto anche per cose che potrebbe fare da solo.

Il vittimismo permette di controllare i figli senza chiedere loro nulla in modo Adulto, diretto, chiedere senza assumersi la responsabilità delle richieste.

Senso di colpa:

E’ il modo principale per controllare i figli e mantenere il potere su di loro facendoli sentire in colpa per qualunque motivo, l’obiettivo ultimo è far si che loro non sentano mai i loro bisogni ma siano sempre sintonizzati su quelli dei genitori.

Manipolazione tramite ricatti affettivi

Tipico esempio di questo tipo di manipolazione è la frase: “se non fai questo mamma o papà non ti vuole più bene”. In questo tipo di manipolazione il genitore si dipinge come un martire e il figlio deve salvarlo in ogni modo per non farlo stare male, compiacendolo completamente e negando i propri bisogni e desideri.

I genitori che adottano questo tipo di manipolazione presentano ai figli il conto di quanto hanno dato loro, per cui i figli sentono che non hanno ricevuto dai genitori in modo incondizionato e si adeguano alla richiesta di restituire quello che hanno ricevuto.

Es. la madre non ha abortito per cui il figlio deve essere grato;

la madre si è sacrificata per cui i figli devono starle vicino;

il padre è infelice per cui i figli devono rendergli la vita più vivibile.

Quando la manipolazione è attuata con un figlio piccolo, questi non sapendo cosa significhi “essere cattivo” ma lo apprende in base al significato che i genitori attribuiscono a questa affermazione, congela le proprie emozioni e si adegua completamente al volere genitoriale per non perdere l’oggetto d’amore.

Quando la manipolazione avviene con i figli adulti, questi a causa del ricatto emotivo, non riescono ad esprimere la rabbia verso i genitori per paura di far loro del male.

Tali dinamiche rimangono sempre uguali anche quando i figli diventano adulti, perché la paura della perdita ha congelato le emozioni al periodo in cui sono avvenute le manipolazioni, per cui le reazioni che gli adulti mettono in atto sono le stesse che adottavano quando erano piccoli.