Estate e tempo libero: come goderne

In estate i ritmi di vita rallentano. E’ proprio durante la stagione estiva che i problemi psicologici possono esplodere.

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L’arrivo del caldo per alcuni coincide con l’interruzione delle occupazioni abituali, ripetitive (a volte noiose), ma che per queste loro caratteristiche hanno un effetto rassicurante. Quando d’estate, queste vengono a mancare, il loro vuoto può essere colmato dal riemergere di “fantasmi” alla base di manifestazioni di ansia e depressione.

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Il cambiamento dei ritmi di vita, una obbligata permanenza a casa, le partenze di amici e di familiari, la chiusura dei negozi di riferimento e i centri sociali obbligano la maggior parte degli anziani all’isolamento e solitudine. La casa può diventare un luogo di prigionia e nido per pensieri negativi che portano a disturbi di ansia e depressione.

Le vacanze vengono attese e desiderate perché si ha voglia di staccare la mente, di rilassarsi, di fare delle cose che da tempo non si ha avuto la possibilità realizzare.

Quando le ferie arrivano c’è chi le vive dedicandosi alle attività che preferisce: sport, lettura, viaggi, uscite fino a tarda notte, ozio. C’è invece chi riesce a rilassarsi per i primi due giorni e poi, ad un tratto si annoia o non riesce a godere del tempo libero, anzi non sa proprio come gestirlo. Qualcuno addirittura sta male, è insofferente, inizia ad agitarsi, a soffrire di insonnia, ansia e disturbi simili.

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La possibilità di dedicare più tempo a se stessi può essere un’arma a doppio taglio. Mentre nel periodo lavorativo si è troppo presi dalla routine quotidiana ed è molto facile “nascondere” ed evitare i problemi, durante le ferie, se non si è abbastanza impegnati le difficoltà possono venire a galla. Si può star male perché non si sa come impiegare il tempo libero. Durante l’anno spesso ci si concentra solo ed esclusivamente sul lavoro mettendolo al centro delle proprie giornate, e non si riesce a far nulla di piacevole.

Alcuni suggerimenti per evitare i disagi delle persone che passeranno il periodo estivo a casa:

  • Ogni mattina, quando vi alzate, preparatevi e vestitevi prendendovi cura di voi stessi;

  • Uscite la mattina presto o la sera quando il caldo non è opprimente;

  • Non abbandonate le consuetudini come comprare il giornale, bere un caffè fuori casa, fare delle passeggiate, anche se i vostri luoghi abituali sono chiusi;

  • Programmate il vostro tempo con occupazioni per voi gratificanti, che magari durante l’inverno non avete avuto la possibilità di svolgere;

  • Non poltrite passivamente di fronte al televisore;

  • Tenete i contatti con chi come voi è rimasto a casa ed organizzate degli incontri con loro;

  • Scoprite quali sono le attività di intrattenimento organizzate nel luogo in cui abitate. Queste potranno essere anche occasione per fare delle nuove conoscenze;

  • Tenete presente che tra qualche settimana tutto tornerà alla solita routine e forse rimpiangerete un po’ la tranquillità di questi giorni.

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Dedicare tempo a se stessi significa anche fermarsi a pensare e decidere cosa sia meglio per se. Bisognerebbe andare a recuperare i desideri di far qualcosa che non si è potuto fare e approfittare per farlo ora.

Si Potrebbero riprendere i contatti con persone che non si frequentano da un po’, fare un viaggio, dedicarsi a delle attività di gruppo. Insomma, inserirsi nuovamente in una rete sociale e gustarne tutti i piaceri che essa offre. Prendere l’abitudine di concedersi esperienze piacevoli, e concedersi degli spazi per se stessi.

Elaborazione del lutto: alcuni suggerimenti

lutto     Alcuni suggerimenti

1) Evitare di trascurarsi e lasciarsi andare, è importante prendersi cura di se stessi durante tutto il periodo di prostrazione.

2) Costruire una rete di sostegno è fondamentale per non sentirsi soli. Cercare di essere sostenuti e incoraggiati dalle persone più o meno importanti.

3) Vivere il dolore per mettere la morte nella dimensione corretta, che è il passato.

4) Creare dei tuoi rituali di separazione.

5) Concedersi qualche piacere al giorno.

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Quando è opportuno richiedere un aiuto psicologico?
Tutte le persone prima o poi si devono rapportare con l’esperienza della perdita di qualcosa di importante. Non solo la morte di persone a noi care, che è il prototipo di perdita, ma anche di un rapporto d’amore, d’amicizia, di un oggetto con particolare valore. Lo stesso crescere vuol dire un po’ anche morire, abbandonare una parte di se stessi per approdare a una nuova, cercando di integrare il meglio possibile gli aspetti vecchi con quelli nuovi.Sono queste delle perdite doppie: oltre alle persone care ci vediamo costretti a rinunciare a una parte di noi stessi, ci sentiamo più soli, diversi, smarriti.

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Uno studio del 2004 di Bonanno, Wortman e Nesse dimostra chiaramente quanto siano diverse le forme di adattamento all’evento del lutto, suggerendo la necessità di abbandonare l’idea ingenua ma diffusa che la sua elaborazione proceda e si risolva in maniera lineare, passo dopo passo, per approdare invece a una concezione nella quale siano differenti i percorsi di negoziazione della perdita.

Alcuni soggetti sono dotati di buone strategie di adattamento. In questo caso l’elaborazione procede in maniera lineare.

Altre persone sono pieni di rimorsi per quello che hanno o non hanno fatto insieme alla persona che è venuta a mancare, e un sostegno psicologico può fornire loro un aiuto nell’elaborazione del lutto.

In alcuni casi, era presente una sofferenza ancora prima del lutto,   soffrivano di depressione marcata e la perdita ha poi aggravato lo stato delle cose.

In questo caso più che elaborare il lutto è consigliata una psicoterapia per curare la depressione.

Come ha spiegato Neimeyer nel suo libro “lesson of loss: A guide to coping”, la morte può sovvertire le nostre regole e organizzazioni di vita.

L’esperienza della perdita ci rimanda a una verità più grande, a un buco tra la nostra storia e l’esperienza, un divario tra noi e gli altri che cerchiamo di rendere più comprensibile. Ed è quando non ci sono parole per spiegare l’esperienza che il divario diventa maggiore.